ROMERO Giovanni
di Giuseppe e di Maddalena Gabetti, nacque a Mortara l’8 marzo 1841 e morì in combattimento ad Adua il 1° marzo 1896.
Arruolatosi volontario per la guerra contro l’Austria nell’11° reggimento fanteria della brigata Casale, il 24 giugno 1859 si batté eroicamente a S. Martino con la 12^ compagnia meritandosi la medaglia d’argento al v. m.
Promosso sottotenente il 12 dicembre 1859 nel 15° reggimento, prese parte nell’anno successivo alla campagna delle Marche e dell’Umbria. Trasferito al 1° reggimento bersaglieri, con la promozione a capitano, il 7 giugno 1866, ritornò in fanteria nel 51″ reggimento, partecipando alla campagna di guerra di quell’anno. A Custoza, il 24 giugno, con personale coraggio occupò la posizione di Belvedere catturando numerosi prigionieri fra i quali quattro ufficiali. Gli venne concessa la croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia.
Nel 1873, costituitosi il corpo delle truppe alpine, venne destinato alle compagnie del Distretto di Cuneo.
Dieci anni dopo con la promozione a maggiore ebbe il comando di un battaglione del 42° reggimento; poi nel novembre 1889, col grado di tenente colonnello, passò alla Scuola Sottufficiali di Caserta con l’incarico dell’insegnamento di materie militari. Promosso colonnello nel marzo 1894 ebbe il comando del 29° reggimento.
Il rapido svolgersi degli avvenimenti in Eritrea non poteva non far vibrare l’animo di così intrepido ufficiale che, ottenuto di essere destinato in Africa, partì da Napoli il 30 dicembre ed a Massaua gli fu affidato il comando del 4° reggimento di formazione (battaglioni VII, VIII, IX e XI) della 3^ brigata (di riserva) del Corpo di spedizione. Nella giornata di Adua, 1° marzo 1896, la 3^ brigata, che doveva occupare il Colle Rebbi Arienni, verso le ore 10 si trovò improvvisamente a far fronte, con parte delle truppe ancora in movimento, all’attacco di orde scioane che, travolta la brigata Albertone, dilagavano lungo tutto il fronte. Il colonnello Romero, che formava la retroguardia della brigata, distese i suoi battaglioni a difesa della strada che conduceva al Colle di Rebbi Arienni. Ma, ben presto, in una lotta impari a corpo a corpo, cadde egli stesso sul campo fra i suoi soldati, dopo essere stato più volte ferito.
Alla sua memoria, con r. a. 11 marzo 1898 , venne concessa ì a medaglìa d’oro al v. m. con la seguente motivazione: Combatté da valoroso alla testa del suo reggimento sino all’ultimo. Ferito gravemente e circondato, si difese strenuamente in una lotta a corpo a corpo; sopraffatto, lottò ancora per non essere tratto prigioniero, finché nuovamente e gravemente colpito moriva a seguito delle riportate ferite. – Adua, 1° marzo 1896.
G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1871 al 1914, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1958, p. 40.