VERDINOIS Alberto
di Enrico e di Sofia Verdinois, nacque a Trapani il 29 febbraio 1892 e morì in combattimento sul Col di Lana il 28 ottobre 1915.
Ammesso alla Scuola Militare di Modena nel 1913, due anni dopo, nel marzo 1915, fu nominato sottotenente ed assegnato all’82° reggimento fanteria della brigata Torino. Subalterno nella 15^ compagnia, due mesi dopo, alla dichiarazione di guerra all’Austria partì per la zona di operazioni e prese parte alle prime azioni nell’alta valle del Cordevole ed ai successivi combattimenti sul fronte del Cadore. Nel corso dell’offensiva autunnale per la conquista del tratto di fronte della selletta a sud di Settsass, al comando di uno dei plotoni della 15^ compagnia, il 24 ottobre attaccò decisamente risalendo il costone orientale di M. Sief e con alcuni nuclei riuscì a superare il primo ordine di reticolati e a rafforzarvisi durante la notte. Ferito da scheggia di bomba a mano, con calma e sangue freddo mirabili, tenne fermi sotto il secondo reticolato i suoi uomini per tutta la notte, e, fatti brillare tubi esplosivi per aprire varchi nelle difese, partecipò il mattino successivo ai nuovi assalti alle trincee austriache. Ripresa l’azione, il Verdinois, che nel frattempo era stato destinato ad altro incarico, il giorno 28 assunse volontariamente il comando della 15^ compagnia, rimasta senza ufficiali, e arditamente la condusse all’assalto. Due volte ferito e colpito mortalmente una terza volta al petto, cadde eroicamente sulla trincea contesa.
Alla memoria del giovane ufficiale fu concessa, con d. l. 13 novembre 1916, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:
Con intrepida energia, benché ferito da una scheggia di bomba a mano, tenne saldo il suo plotone presso i reticolati avversari, sotto l’infuriare dell‘improvviso ed intenso fuoco del nemico: sostituì immediatamente, sui reticolati stessi, tre vedette cadute; fece compiere ripetutamente il brillamento di tubi esplosivi e mantenne, per tutta la notte, la difficile posizione, cooperando il mattino seguente, all’assalto delle posizioni avversarie. In altra circostanza, trovandosi senza comando di truppa, perché adibito ad altro incarico, e avendo saputo che un battaglione era rimasto quasi privo di ufficiali, insistentemente chiese l’autorizzazione di assumere il comando di qualche reparto del battaglione stesso. Ottenutala, attraversava un tratto di terreno battuto da ogni sorta di proiettili ed accorreva presso i reticolati. Assunto ivi il comando di una compagnia, ritto sotto le raffiche del fuoco, con la voce e con l’esempio, animò i dipendenti all’attacco. Colpito una prima volta, non si curò della ferita, ma con maggior lena e ardimento lanciò la truppa in avanti. Ferito una seconda volta gravemente, rifiutò qualsiasi assistenza, e sempre gridando: avanti!, e avanti spingendosi egli stesso, colpito una terza volta mortalmente, cadde per non più rialzarsi: fulgido esempio di virtù militari. – Settsass, 24- 28 ottobre 1915.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 122.