TRUA Antonio
di Nicola e di Maria Sinibaldi, nacque a Soriano nel Cimino di Viterbo l’8 dicembre 1880 e morì in combattimento a Poggio Curegno il 2 giugno 1916.
Figlio di magistrato di Corte d’Appello, compì gli studi classici a Roma negli Istituti Massimo e Nazareno. Iscrittosi nella facoltà di ingegneria nell’Università di Roma, interruppe gli studi il 1° dicembre 1901 per arruolarsi allievo ufficiale nel 13° reggimento artiglieria da campagna. Nominato sottotenente di complemento nel gennaio 1903, prestò servizio nel 22° reggimento artiglieria da campagna. Ripresi gli studi si laureò nel 1906 in ingegneria civile ed esercitò la professione nel viterbese, dedicandosi prevalentemente allo studio di progetti nel campo ferroviario. Presentatosi candidato nelle elezioni amministrative del 1914, fu eletto sindaco del suo paese. Richiamato alle armi per istruzione presso il 22° da campagna, una prima volta nel 1907 e poi nel 1910, fu promosso tenente nel 1911. Nel maggio 1914, frequentò, a domanda, il 3° corso di istruzione presso la Scuola Centrale di Artiglieria da campagna di Nettuno. Quindi, richiamato nel marzo 1915 e trattenuto alle armi per mobilitazione, partì nel maggio successivo col 22° da campagna per la zona di operazioni, nel Friuli. Addetto in un primo tempo ai servizi automobilistici, con la promozione a capitano, conseguita nel settembre 1915, fu trasferito al 34° artiglieria da campagna, ove assunse il comando dell’8^ batteria del III gruppo. Durante l’offensiva austriaca nel Trentino del maggio 1916, incaricato della difesa di alcune colline in Val d’Astico, con il fuoco della batteria postata sul Poggio Curegno, contrastò validamente i movimenti del nemico, che cercava di aprirsi la strada verso la pianura. Il 12 giugno, individuata dall’osservatorio una batteria da montagna austriaca che, dal cimitero di Arsiero, con tiro d’infilata su alcuni tratti delle nostre trincee causava gravi perdite nelle fanterie, si portò, tra il grandinare dei proietti di ogni calibro, sulla linea dei pezzi e puntando personalmente ciascun cannone contro la postazione nemica, con fuoco celere e preciso, la ridusse in breve al silenzio. Sottoposto a sua volta a tiro di controbatteria, colpito mortalmente da una scheggia di granata nemica scoppiatagli a breve distanza, cadde riverso sui pezzi e fra i suoi artiglieri, mentre gli arrideva la vittoria. Alla sua memoria, con d. l. del 19 aprile 1917, fu conferita la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:
Durante una viva azione, essendo state interrotte le comunicazioni telefoniche fra osservatorio e batterie, sprezzante del pericolo, abbandonò l’osservatorio, e completamente allo scoperto, corse ai pezzi, li puntò uno ad uno su di una minacciosa batteria avversaria che aveva iniziato tiri di infilata contro le nostre fanterie e la ridusse in breve al silenzio. Colpito in pieno da un proiettile nemico, lasciò gloriosamente la vita sul campo. – Poggio Curegno, 12 giugno 1916.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 206.