MATTER Edmondo
di Federico e di Melania Mayer, nacque a Mestre il 22 agosto 1886 e morì per ferite riportate in combattimento ad Oppacchiasella Carso il 16 settembre 1916.
Nato da genitori alsaziani immigrati, ebbe il cuore aperto ad ogni più nobile sentimento di italianità e l’anima eletta di artista. Conseguì a Cà Foscari di Venezia, la laurea in scienze economiche e commerciali nel 1906 pur non trascurando la pittura con seri studi compiuti a Venezia, a Roma e a Monaco. Assolti gli obblighi di leva negli anni 1908 e 1909 come allievo ufficiale nel 48° reggimento fanteria prima, e poi come sottotenente di complemento nel 71° reggimento della brigata Puglie, visse per qualche tempo all’estero esercitando la professione. Richiamato per mobilitazione col grado di tenente alla dichiarazione di guerra all’Austria e destinato al 55° reggimento fanteria Marche, combatté valorosamente fin dai primi giorni rimanendo ferito a Monte Piana, in Alto Cadore. Per una ardita ricognizione effettuata nella zona di Schluderbach in luglio ebbe un encomio solenne. Passato sul fronte dell’Isonzo nel novembre 1915, nei combattimenti sul Sabotino durante l’offensiva autunnale, confermò le sue magnifiche doti di comandante. Assunto il comando della 10^ compagnia con la promozione a capitano, fu in Albania dal gennaio al giugno 1916; quindi raggiunse nuovamente l’Isonzo, sul Carso. Durante la settima battaglia dell’Isonzo, il 16 settembre, ebbe l’ordine di attaccare con la sua compagnia trinceramenti nemici nelle immediate vicinanze del villaggio di Oppacchiasella. Lanciatosi all’assalto con i suoi uomini, mentre era intento al pericoloso compito di aprirsi un varco nei reticolati, cadde mortalmente ferito da pallottola di fucile. Al posto di medicazione, al cappellano che lo assisteva chiese notizie dei suoi fanti e di potere stringere al petto il tricolore. Alla sua memoria venne concessa la medaglia d’oro al v. m. con d. L 22 ottobre 1916, con la seguente motivazione:
Durante tutta la campagna compì numerose ed ardite imprese, dando costante e magnifica prova di sé; ed una volta, benché ferito, non si ritrasse dal combattimento. Il 16 settembre, alla presa di Oppacchiasella, con slancio e coraggio mirabili precedeva la propria compagnia, trascinandola all’assalto delle trincee avversarie; e sotto il violento fuoco del nemico riusciva con la sua salda fermezza a mantenere vivo lo spirito di sacrificio dei suoi uomini, per tentare di aprire un varco attraverso le difese accessorie quasi intatte. Ferito gravemente, incurante di sé, non cessava di incitare i dipendenti e di impartire ordini per il proseguimento della difficile azione. Fulgido esempio di virtù militari, moriva poco dopo all’ospedale da campo, volgendo serenamente il suo ultimo pensiero alla bandiera ed ai suoi bravi soldati. – Schluderbach – Monte Piana, maggio – luglio 1915 – Oppacchiasella, 16 settembre 1916.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 266.