FANTI Pietro
n. 1899 Soriano nel Cimino (Viterbo). Capomanipolo, 219^ legione CC. NN. (Camicie Nere).
Diciottenne si arruolava volontario per la durata della guerra nel 13° reggimento artiglieria da campagna nell’aprile 1917, partecipando alle azioni di guerra in Val Lagarina e a Col Moschin. Dopo avere frequentato a Parma un corso allievi ufficiali di complemento veniva promosso sottotenente di fanteria nel settembre successivo ed inviato nuovamente al fronte col 240° fanteria passando poi, nell’aprile 1919, al 30°. Un anno dopo, in marzo fu in Alta Slesia col 135° in occasione del plebiscito di quella regione. Rientrato in Italia col reggimento nel luglio 1922, poco dopo era collocato in congedo e nel settembre 1926 era promosso tenente. Il 22 novembre 1935, messo a disposizione della M.V.S.N. (Milizia Volontaria Servizio Nazionale), era assegnato alla 219^ legione della 6^ Divisione CC. NN. Tevere, e il 30 dicembre sbarcava a Mogadiscio. Divenuto cieco nel fatto d’arme di Les Addas, veniva collocato in congedo assoluto e iscritto nel Ruolo Speciale ove era promosso centurione. Il 29 settembre 1943 decedeva nella sua città natale.
Comandante di plotone camicie nere, posto a difesa di importante posizione attaccata da forze ribelli soverchianti, era a tutti di esempio per ardimento e sprezzo del pericolo. Preso alle spalle dall’avversario e dagli abitanti del villaggio insorto, si apriva la strada a colpi di bombe a mano per portare la difesa in altra posizione più adatta. Già ferito, accortosi che i nemici stavano per impadronirsi di un deposito munizioni, con gli uomini rimastigli, accorreva alla difesa. Ferito ancora gravemente al viso e rimasto accecato dallo scoppio di una bomba lanciata dai ribelli, vincendo il dolore, continuava a dare disposizioni per la estrema difesa della posizione. Esausto per il sangue perduto, stringendo nelle mani ferite due bombe pronte per l’ultimo lancio, appoggiato ad una cassa di munizioni, incitava ancora alla lotta ed in tale posizione veniva trovato dai rinforzi sopraggiunti, ai quali si dichiarava lieto di avere impedito, col proprio sacrificio, la conquista del deposito. Fulgido esempio di virtù militari. – Les Addas, 6-7 luglio 1936.
Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 188.