EGHINLIAN Clemente

nasce nel 1914 ad Ankara (Turchia). Autiere, 50° autoreparto dell’Egeo.

Licenziato nel 1932 dalla Scuola di avviamento di Rodi, come meccanico elettricista esercitò il mestiere fino al 1935 allorché fu arruolato per il servizio di leva presso il 9° reggimento fanteria della Divisione Regina. Dopo aver partecipato alla campagna etiopica, fu congedato nel settembre 1936. Richiamato con l’entrata in guerra dell’Italia fu destinato al 50° autoreparto dell’Egeo come autista. Prestò successivamente servizio al 107° reparto distrettuale, al settore di Colato e al 9° fanteria, quindi veniva scelto per la sua perfetta conoscenza delle lingue araba e turca per una arditissima missione informativa in territorio nemico. Scoperto e catturato dalla polizia degaullista unitamente ad altri suoi due compagni di missione nel luglio 1942, il 26 settembre dello stesso anno veniva fucilato nella città di Aleppo.

Di origine armena, cittadino italiano di elezione, profondamente devoto all’Italia, si offriva con vero entusiasmo per essere aviolanciato in territorio nemico per rischiosa missione informativa. Dopo un periodo di proficua attività, tradito e catturato, veniva sottoposto ad inumane torture e ad estenuanti interrogatori, confermando virilmente inalterata la sua fede per l’ltalia, rendendo vano ogni tentativo di carpirgli notizie e respingendo ogni offerta di passare al nemico per aver salva la vita. Condannato a morte, dinanzi al plotone di esecuzione il suo pensiero rimaneva rivolto all’Italia, alla famiglia ed ai suoi superiori. In una nobile lettera indirizzata al fratello alla vigilia della morte, confermava le sue magnifiche doti di soldato, dichiarando che egli ed i suoi compagni avevano la coscienza tranquilla davanti a Dio e che morivano contenti di aver compiuto interamente il loro dovere. Fulgido esempio di virtù militari. Medio Oriente, luglio – settembre 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 92.